Euro digitale: chieste garanzie sul fronte della privacy
Parere congiunto espresso dal ‘Comitato europeo per la protezione dei dati’ e dal ‘Garante europeo della protezione dei dati’ nel parere sulla proposta di regolamento sull'euro digitale presentata dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’Unione Europea

Per l’euro digitale servono standard di privacy più elevati per guadagnare la fiducia dei cittadini. Questo, in sintesi, il parere congiunto espresso dal ‘Comitato europeo per la protezione dei dati’ e dal ‘Garante europeo della protezione dei dati’ nel parere sulla proposta di regolamento sull'euro digitale presentata dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’Unione Europea. L'euro digitale mira, almeno sulla carta, a fornire alle persone la possibilità di effettuare pagamenti elettronici, sia online che offline, in aggiunta all’uso del contante. Opzione accolta con favore da ‘Comitato europeo’ e ‘Garante europeo’, che hanno comunque formulato diverse raccomandazioni, per una effettiva garanzia del diritto alla privacy e alla protezione dei dati personali. Nel parere viene chiesto, in particolare, che siano trattati solo i dati personali necessari al funzionamento della moneta digitale, evitando la concentrazione di dati da parte della Banca centrale europea o delle banche centrali nazionali, per le quali la proposta di regolamento dovrebbe introdurre un obbligo esplicito di pseudonimizzazione dei dati delle transazioni. Allo stesso tempo, la normativa dovrà specificare chiaramente le responsabilità in materia di protezione dei dati di ciascuno degli attori (Banca centrale europea, banche centrali nazionali, fornitori di servizi di pagamento e fornitori di servizi di supporto) che partecipano all'emissione dell'euro digitale. (Parere congiunto del 18 ottobre 2023 del Comitato europeo per la protezione dei dati e del Garante europeo della protezione dei dati)