‘Revenge porn’, possibile segnalazione on line al ‘Garante per la privacy’

Il più importante accorgimento è, comunque, tenere alto il livello di prudenza nel condividere materiale a contenuto sessualmente esplicito

‘Revenge porn’, possibile segnalazione on line al ‘Garante per la privacy’

Possibile chiedere aiuto - con una segnalazione ad hoc - al ‘Garante per la privacy’ se si presume di poter essere vittima di ‘revenge porn’, ossia se si teme che proprie immagini a contenuto sessualmente esplicito possano essere diffuse senza consenso. Per farlo è possibile utilizzare l’apposito ‘form’ reso disponibile nel sito web istituzionale del ‘Garante’: in esso dovranno essere indicate le piattaforme di condivisione di contenuti (social network, messaggistica, ecc.) attraverso le quali si teme la diffusione delle immagini, nonché le ragioni che fondano il timore che la condotta pregiudizievole possa essere posta in essere. Dovranno poi essere trasmesse – tramite un link che sarà comunicato dopo la presentazione della segnalazione – le immagini o i contenuti sessualmente espliciti dalla cui divulgazione ci si intenda tutelare. Il Garante, in presenza dei presupposti indicati dalle norme di riferimento, adotterà un provvedimento che sarà notificato alle piattaforme coinvolte nel tentativo di contrastare la temuta diffusione. Questo strumento può essere utilizzato, chiarisce il ‘Garante’ non solo dagli adulti, ma anche dai minori. Alla tutela prevista dal Garante può sempre aggiungersi quella prestata dalla Polizia Postale, a cui è possibile rivolgersi per denunciare situazioni in cui siano ravvisabili gli estremi di una condotta penalmente rilevante, come nel caso in cui si subiscano minacce o richieste estorsive. Da tener presente, comunque, che il più importante accorgimento è tenere alto il livello di prudenza nel condividere materiale a contenuto sessualmente esplicito, in quanto l’intervento del Garante non è in grado di assicurare, in termini assoluti, che l’evento temuto non si verificherà: la persona malintenzionata, ad esempio, potrebbe detenere immagini anche solo parzialmente diverse da quelle comunicate alla piattaforma vanificando così la misura adottata. (Comunicato del 31 agosto 2023 del Garante per la protezione dei dati personali)

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