Servizi sanitari nazionali e intelligenza artificiale: ecco le linee guida fornite dal ‘Garante’
Tre i principi fissati: trasparenza dei processi decisionali, decisioni automatizzate supervisionate dall’uomo, non discriminazione algoritmica

In base alle indicazioni fornite dal ‘Garante’, il paziente deve avere il diritto di conoscere, anche attraverso campagne di comunicazione, se esistono e quali sono i processi decisionali (ad esempio, in ambito clinico o di politica sanitaria) basati su trattamenti automatizzati effettuati attraverso strumenti di intelligenza artificiale e di ricevere informazioni chiare sulla logica utilizzata per arrivare a quelle decisioni. Il processo decisionale dovrà prevedere una supervisione umana che consenta al personale sanitario di controllare, validare o smentire l’elaborazione effettuata dagli strumenti di intelligenza artificiale. Opportuno, perciò, che il titolare del trattamento utilizzi sistemi di intelligenza artificiale affidabili che riducano gli errori dovuti a cause tecnologiche o umane e ne verifichi periodicamente l’efficacia, mettendo in atto misure tecniche e organizzative adeguate. Ciò anche allo scopo di mitigare potenziali effetti discriminatori che un trattamento di dati inesatti o incompleti potrebbe comportare sulla salute della persona. Esemplare il caso americano, richiamato dal ‘Garante’ nel decalogo, caso riguardante un sistema di intelligenza artificiale utilizzato per stimare il rischio sanitario di oltre 200.000.000 di americani. Ebbene, gli algoritmi tendevano ad assegnare un livello di rischio inferiore ai pazienti afroamericani a parità di condizioni di salute, a causa della metrica utilizzata, basata sulla spesa sanitaria media individuale che risultava meno elevata per la popolazione afroamericana, con la conseguenza di negare a quest’ultima l’accesso a cure adeguate. In sostanza, il dato non aggiornato o inesatto, sottolinea il ‘Garante’, potrebbe influenzare anche l’efficacia e la correttezza dei servizi che i sistemi di intelligenza artificiale intendono realizzare. Particolare attenzione è stata posta dal ‘Garante’ sull’idoneità della base giuridica per l’uso dell’intelligenza artificiale. Il trattamento di dati sulla salute attraverso tecniche di intelligenza artificiale, effettuato per motivi di interesse pubblico in ambito sanitario, dovrà essere previsto da uno specifico quadro normativo, che individui misure adeguate a tutela dei diritti, delle libertà e dei legittimi interessi delle persone. (Documento del 10 ottobre 2023 del Garante per la protezione dei dati personali)