Trasparenza dell’algoritmo e certezza dei dati: la pubblica amministrazione deve tutelare il privato
Una decisione algoritmica deve poter essere verificata, per trasparenza e per controllo, e ciò implica che la sequenza di calcoli, la logica e i parametri utilizzati debbano essere pubblici, così da consentire gli opportuni controlli
Fondamentale che la pubblica amministrazione faccia ricorso ad un algoritmo informatico trasparente e preciso a tutela dei privati. Il principio dell’esattezza dei dati è uno dei principi del ‘Regolamento generale sulla protezione dei dati’ emesso dall’Unione Europea. Ciò che conta, però, è che il fatto che una decisione algoritmica debba poter essere verificata, per trasparenza e per controllo, implica che la sequenza di calcoli, la logica e i parametri utilizzati debbano essere pubblici, così da consentire gli opportuni controlli. Il ricorso all’algoritmo all’interno del procedimento amministrativo non può poi mai comportare un abbassamento del livello delle tutele procedimentali e in particolare dell’obbligo di motivazione del provvedimento, il quale, al contrario, in questi casi appare rafforzato, osservano i giudici. Per quanto concerne il principio di trasparenza, esso impone che nelle decisioni amministrative algoritmiche il processo automatizzato sia reso non solo conoscibile nei suoi aspetti tecnici, ma anche comprensibile, mediante una spiegazione che lo traduca nella regola giuridica ad esso sottesa, così rendendolo intellegibile ai suoi destinatari. Ciò al fine di consentire, da un lato, il pieno esercizio del diritto di difesa da parte del soggetto inciso dal provvedimento e, dall’altro, il pieno sindacato di legittimità da parte del giudice amministrativo. (Sentenza 7003 del 14 novembre 2022 del Tribunale amministrativo regionale della Campania)