Il Garante Privacy sanziona un Comune lombardo per violazioni sulla videosorveglianza dei dipendenti
La sanzione disciplinare inflitta a un dipendente e documentata con video da carabinieri può provocare risposte immediate se si mancano le regole sulla privacy. Questo è quanto ha stabilito il Garante della protezione dei dati personali nel provvedimento 11 aprile 2024, n. 234

Un dipendente di un piccolo Comune in Lombardia ha presentato reclamo per un'installazione di telecamere senza consenso sindacale. Dopo una verifica, il Comune è stato sanzionato per violazioni sui dati personali. Le telecamere devono rispettare norme specifiche e possono essere usate solo per esigenze organizzative, di sicurezza e di tutela aziendale, con preventivo accordo sindacale.
L’Autorità ha puntato anche sull'installazione delle telecamere, affermando che il Comune non ha giustificato l'installazione per la sicurezza pubblica. Le telecamere devono essere collocate per prevenire e contrastare la criminalità diffusa, accordandosi con la Prefettura. In questo caso, il Comune non ha dimostrato di aver stipulato accordi per scopi di sicurezza urbana. Anche l'impiego delle telecamere deve rientrare nei limiti della pubblica sicurezza, ma la Polizia locale non ha il potere generale in questo ambito.
Complessivamente, il Comune ha trattato dati e riprese dei dipendenti in violazione delle regole. In particolare, l'uso dei video per sanzionare il dipendente è stato considerato scorretto. Si tratta di un caso che pone l'attenzione su come rispettare la privacy dei lavoratori nell'ambito della videosorveglianza, richiedendo un'adeguata pianificazione e rispetto delle regole vigenti.