Ricette mediche nella cassetta delle lettere fuori lo studio, sanzionato il medico

Il Garante per la privacy ha comminato la sanzione pecuniaria di 20.000 euro a un medico che, dopo il periodo di emergenza dovuta alla pandemia da Covid-19, aveva continuato a depositare le prescrizioni mediche in una cassetta delle lettere.

Ricette mediche nella cassetta delle lettere fuori lo studio, sanzionato il medico

L’istruttoria dell’Autorità è cominciata dopo che i N.A.S. hanno raccolto le testimonianze di alcuni pazienti del medico, tra i quali anche alcuni di coloro che avevano usufruito della possibilità di ritirare le ricette dal contenitore messo a disposizione dal medico. È stato infatti accertato che il medico lasciava le ricette per i suoi pazienti in un contenitore fissato al muro esterno dello studio medico e senza neppure l’utilizzo di buste chiuse. Di conseguenza chiunque aveva libero accesso alle ricette mediche, conoscendone le prescrizioni e i dati dei vari pazienti, proprio perché il contenitore era liberamente apribile. Il Garante, dopo le indagini svolte dai N.A.S., ha chiesto informazioni al medico interessato il quale si è giustificato affermando che tale modalità era stata adottata durante il periodo di emergenza da Covid e poi mantenuta anche per i mesi successivi con il consenso prestato dai pazienti medesimi. La pratica aveva il solo scopo di agevolare il ritiro delle prescrizioni nonché limitare gli accessi dei pazienti allo studio medico.

Nel provvedimento emanato dal Garante, questi ha ribadito che le informazioni concernenti la salute possono essere comunicate a terzi ma solo se vi è un idoneo presupposto di legge oppure se vi è la delega scritta dell’interessato e, comunque, non possono essere mai diffuse. Inoltre, il Garante ribadisce ancora che le prescrizioni farmacologiche possono essere depositate presso le farmacie e gli studi medici purché in busta chiusa, ma non lasciarle incustodite alla mercé di chicchessia poiché viene integrata una violazione della privacy dei pazienti. (Garante privacy, newsletter n. 518 del 14 febbraio 2024)

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